Basta febbraio!

Basta!Odio febbraio,

con i suoi freddi e le sue febbri,

le sue nevi e le sue freddure.

È il più breve ma il più duraturo

dentro l’anima e il corpo.

Incerto

Tagliente

Implacabile.

Ma passa,

un raggio di luce primaverile lo trafigge: 

la vera Speranza non sarà sconfitta!

 

Febbraio è un mese particolare.
Innanzitutto è incerto: chi si ricorda realmente quando è l’anno che ha 28 o 29 giorni?
Poi, è il mese più corto dell’anno ma il più tagliente perché il più freddo. Arriva persino la neve in zone del nostro paese dove non è solita cadere. Anche per questo a febbraio si registrano i picchi di influenza più alti, questo mi ha detto il pediatra per rincuorarmi – senza successo – di fronte ad una lunga (e ahimè) ennesima febbre virale di mio figlio. Lo so, è solo influenza ma quando è così lunga e con la febbre alta, vorresti poter aiutare quello scricciolino. Invece non c’è nulla da fare, deve solo passare.
E io mi auguro che passi in fretta anche questo mese nefasto: oltre al freddo e alle febbri, febbraio porta con sé anche notizie terribili – non mi riferisco alle elezioni e a tutte le schifezze ad esse connesse – ma, per dirne una, alle dimissioni del Papa e per fare un esempio ancora più calzante, alla morte di quel bimbo di 4 anni investito da un’auto nella mia città. Le chiamo freddure, nel senso dantesco del termine, perché portano il gelo dentro l’anima: è un mese infame che nasconde la sua verità glaciale con festeggiamenti effimeri come il carnevale e San Valentino…

Però la vera freddura, intesa come battuta, come giro di parole, sembra essere il nome di questo mese: deriva dal latino februare che significa “purificare” o “un rimedio agli errori”, visto che, nel calendario romano, febbraio era il periodo dei rituali di purificazione, in onore del dio etrusco Februs e della dea romana Febris.
Quindi il freddo, le febbri, le cattive notizie sono per noi una sorta di purificazione come per i romani? Stento a crederlo.
Un’altra cosa assurda è che questo mese, che io odio, è simbolicamente identificato con la pietra che più amo: l’ametista. Quel lilla lucente che mi dona quiete e bellezza.
E che dire dei fiori che simboleggiano questo mese, la violetta e la primula? Io li adoro: sono fiori forti, caparbi e al contempo semplici, che spuntano anche tra il gelo e la neve, basta loro un flebile raggio di sole pre-primaverile. E i loro colori così vividi? La violetta ha anche un profumo persistente, inebriante.

Ma forse, allora, tutti questi elementi (nome, pietra, fiori) di cui stiamo parlando hanno un collegamento. Di fronte a influenze semplici ma così debilitanti, a una dimissione e un lutto così inspiegabili, a una piccola bara bianca, ad altre nefandezze che febbraio ci propina, c’è una spiegazione, o meglio non un perché ma un fine. Basta guardarsi dentro, nel più profondo.

croceE qui entra in gioco la Quaresima.

Anno scorso, sul finale del post Ascensore inclinato, accennavo alla Quaresima dicendo che “Con la Quaresima, tempo di conversione, il Signore mi dà proprio gli strumenti giusti per ispezionare i difetti delle mie corde, ripararle e mantenere così viva la mia ascesa verso l’alto e aumentare la forza della mia speranza: attraverso la preghiera, il digiuno dal superfluo e la pratica della carità, posso rimettermi in carreggiata e risalire verso di Lui”.
Sento che quest’anno la Quaresima può avere un valore ancora più pregnante, più catartico, più totale e assoluto: è un periodo che anticipa la croce – e quindi la resurrezione – e va vissuto come una grazia, un’ulteriore opportunità per andare incontro a Gesù che si fa croce e, poi, vita nuova.
Giovanni Paolo II diceva che “Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza: si è col Cristo che dà senso a tutta la vita. Con Lui tutto ha un senso, compresi il dolore e la morte”.
Questa certezza che la croce, quel dolore – piccolo o grande che sia – in cui prima o poi tutti passiamo, possano non essere vissuti in solitudine ma anzi rappresentino l’abbraccio di Gesù concreto per noi, l’unione più piena con Lui, è una scoperta folgorante. Non ci si chiede, così, più perché ma quale è il senso, il fine della sofferenza o addirittura della morte stessa.
Il gesto del Pontefice che sta sconvolgendo il mondo, la morte del piccolo Andrea che ha piegato la città, ogni nostra piccola o grande sofferenza ha un solo fine, che è il senso vero di tutto: l’unione con Colui che è morto per noi.
Questa certezza non può non dar pace e serenità, se vissuta senza pietismi, nell’intimo e anche nella condivisione con chi ami.
La Quaresima diventa così, passatemi il termine, la terapia del dolore, la porta stretta verso l’infinito, quell’infinito che si spalanca sull’unione con Lui, con l’Amore che in terra non possiamo sperimentare. Così anche la morte ha un senso, anzi, il Senso, l’unico.
Detto alla Kolbe: «Rimaniamo certi che Dio permette ogni cosa in vista di un bene maggiore».
E i genitori di Andrea, infatti, hanno sentito che c’era un bene maggiore, un senso al loro grande dolore. Il giorno del funerale, dopo aver ringraziato tutti, hanno dichiarato: «(…) vogliamo trasmettere, infine, un messaggio di speranza: che l’arrivo in Cielo di Andrea sia per molti grazia di conversione». E questi non sono bruscolini, ma miracoli grandi!
O, citando le parole di Padre Pio: «La pace dello spirito si può mantenere anche in mezzo a tutte le tempeste della vita», quale miglior augurio per un ex-Papa che, umanamente, sembra fallito?
E per me, per voi, per tutti, cito una grande donna, Chiara Lubich, per trovare uno stimolo concreto in questa Quaresima, contro le battaglie della vita: «Chi non lotta, non ha vittoria». La vera vittoria, quella finale, quella contro il male in ogni forma, è l’unione con Gesù.

Così, il cerchio si chiude e anche questo mio strano discorso, quei versi senza senso buttati lassù in cima al post, hanno un filo logico: febbraio, può rivestirsi di nuova luce e meritarsi uno dei nomi datogli dal vecchio calendario giapponese: “Il mese in cui gli alberi prendono nuova vita”. Che tutti gli alberi, tutti i legni dolorosi, nodosi e spinosi (alias croci) della nostra vita, possano prendere nuova vita, rivestirsi di fiori bellissimi, in attesa della vera Speranza, dell’unica Primavera.

 

15 pensieri su “Basta febbraio!”

  1. carissima,
    le tue riflessioni sono sempre profonde e meditate, frutto di una esperienza di fede e di vita. E’ questo, penso, che le fa sentire vere, autentiche, partecipate. Spero che i tuoi messaggi siano di aiuto a chi legge le tue parole, parole di forza e di speranza. La vita non è un girare a vuoto, ha una finalità eccelsa e tu esprimi benissimo questo. Hai citato Dante, ebbene lui stesso, grande poeta mistico disse “Se tu segui tua stella non puoi fallire a glorioso porto”. Un Porto Glorioso ci attende, se sappiamo seguire la Stella…Prepariamoci alla Pasqua e chiediamo tutti un gran dono … la Fede, e che sia calda e operosa. Baci

  2. Cara Miriam,
    questo tuo messaggio inaspettato ma tanto, tanto gradito, mi scalda il cuore.
    L’amicizia a distanza può portare grandi frutti, anche se non curata con il rapporto fisico costante. E la nostra di amicizia, nata subito forte perché nella sincerità e nella schiettezza più piene, porta grandi frutti: questo tuo commento, così vero e sincero ne è la conferma. Seguiamo INSIEME la Stella, cara amica, per giungere al Porto Glorioso.
    Ti abbraccio, come la scorsa estate eravamo solite fare.

  3. Grazie come al solito delle tue riflessioni…
    mi piace pensare all’abbraccio di Gesù nei momenti di difficoltà! E’ proprio nella solitudine che si fatica…per tale motivo questa immagine la terrò con me nei momenti un pò difficili…
    Buona quaresima..che ci prepari alla gioia della resurrezione a te e a tutti!

  4. Non ci sono parole per me data la mia poca sensibilità poetica, ma posso solo commentare esprimendo la gioia e la tenerezza provata durante la lettura. A presto 🙂

  5. Grazie Luisa, sei sempre ricca di spunti, di riflessioni profonde che doni agli altri. Grazie perchè ci ricordi come il dolore,la difficoltà sia preziosa, ci unisce a Dio e quindi è importante non sciuparla, non lasciarla passare sopra le npstre teste!. Un abbraccio Rita

  6. grazie Lu, oggi per me è una delle mie giornate no sono stanco, per non dire stufo di sentire da ogni dove brutte notizie, di lavorare senza nessuna gratificazione, anzi ti viene chiesto sempre più delle forze, che sono sempre meno,senza nemmeno vedere uno spiraglio nel futuro che riserva solo problemi e dolori.Leggendoti e sapendo di te mi ridai un pò di forza sono anch’io convinto che ci sarà un senso a questa dura vita e come San Francesco dico “é tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”,un abbraccio ciao.

    1. Bellissima frase, caro Sergio, la voglio incidere nella mia anima a caratteri cubitali:

      E’ TANTO IL BENE CHE MI ASPETTO CHE OGNI PENA MI E’ DILETTO.

      Davvero bella… saper vedere ogni pena, ogni dolore, ogni croce come un diletto, una gioia perché come dicevo nel post, rappresentano l’abbraccio di Gesù per noi.
      Così anche le giornate “no” come la tua possono acquistare un valore immenso, sempiterno perché donate a Gesù.
      Grazie!

      1. Cara Lu e caro Sergio anch’io ho spesso momenti tristi e mi scoraggio ma ogni volta penso a questa frase del Papa Buono che condivido con voi “Solo per oggi saro’ felice nella certezza che sono stato creato per ESSERE FELICE non solo nell’altro mondo, ma ANCHE IN QUESTO.”
        Ah,complimenti per il verso “Odio febbraio,con i suoi freddi e le sue febbri”.
        Un abbraccio.
        Sunrise

  7. Un giorno un grande personaggio, conosciuto a Roma, mi disse delle parole che ancora oggi rimangono nella mia anima: “Anche nel momento della croce c’è la luce, non solo alla fine di essa”. Credo che vivere ogni giorno con la propria pena significhi godere della luce di Dio nell’attimo presente, bello o brutto che sia.
    Detto questo: io non ci riesco mai! 🙂 Baci e grazie Lu.

    1. 🙂
      Non ci riesci mai, Bull?
      Non è vero…

      Grazie per questa perla personale che ci hai donato, davvero preziosa…
      La croce non è legno o ferro ma luce che riflette il Cristo.
      Lasciamoci guidare da questa luminosità!

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