Benfatto!

Insieme ai ragazzi del Progetto BO, abbiamo letto ad alta voce l’albo illustrato: “I cinque malfatti”, di Beatrice Alemagna.
I cinque malfatti sono dei “cosi” strani: uno è bucato sulla pancia, il secondo piegato in due, il terzo molle e sempre stanco, il quarto capovolto e il quinto un ammasso di stranezze. Ma vivono felici nella loro casa sbilenca. Un giorno, arriva un tipo straordinario, perfetto che sconvolge la quiete dei malfatti e comincia a fare strane domande circa la loro condizione, a proporre soluzioni, idee, progetti e additando i malfatti di inutilità. Ognuno di loro, però, risponde che il proprio difetto serve a qualcosa: a far passare la rabbia, a conservare i ricordi, a vedere cose che gli altri non vedono, a far festa quando riesce qualcosa, anche di piccolo. Così, consapevoli delle loro debolezze che diventano punti di forza, i malfatti si fanno gruppo e il perfetto resta da solo.
Questa, molto in breve, la trama narrativa del racconto ma, senza il supporto delle illustrazioni, non è possibile cogliere la dolcezza racchiusa nella sensibilissima storia che ruota attorno ai malfatti. È affrontato, in maniera delicato, il tema delle etichette: ogni malfatto rappresenta una categoria sociale ma, al contempo, nessuna in particolare. Sono una varietà nella loro strana diversità. Lo stesso perfetto è uno stereotipo, peraltro traguardo irraggiungibile.

Per queste ragioni, dopo la lettura, ogni componente del gruppo è stato stimolato a identificarsi in uno o più malfatti e a evidenziare il proprio difetto, come punto di debolezza che diventa forza da donare al gruppo. Ogni fragilità personale può diventare un punto di forza per l’empowerment del singolo nella propria individualità e, quindi, nella pluralità: l’identificazione dei singoli partecipanti in uno o più malfatti consente la scoperta di sé, dei propri difetti da trasformare in potenzialità.

In uno step ulteriore, il gruppo nella sua interezza ha ritrovato la propria “identità nella gruppalità”. Armati di forbici, colla, nastri multicolore (e altri materiali) e tanta creatività abbiamo realizzato la “narrazione” del gruppo: un cartellone/collage in cui sono stati rappresentati i punti di forza del nostro contesto aggregativo:

  • capelli colorati come i nostri pensieri: profondi e allo stesso tempo divertenti;
  • un occhio bucato che guarda dentro e fuori di sé ed è aperto verso tutti;
  • un sorriso di alluminio che riflette e spande la sua allegria tutt’intorno;
  • una mano con un fiore e un “welcome”, come simbolo di accoglienza e disponibilità verso tutti;
  • l’altra mano con un elastico, che indica la non costante assiduità agli incontri e il numero dei partecipanti sempre incerto… ma la bellezza del “comunque ritrovarsi”;
  • il naso a cuore, sensibile agli altri;
  • all’interno: tutte le nostre firme, a suggello della più intima appartenenza al gruppo.

Nell’incontro-brindisi prima di Natale, in quella che speriamo sia presto la sede definitiva degli appuntamenti BO, abbiamo presentato il nostro cartellone ai soci e all’associazione Vi.Va. tutta: è stato il miglior augurio reciproco per le feste, il nostro antidoto anti-covid e la conferma che l’essere gruppo trasforma il nostro malfatto, imperfetto e strampalato, in un BENFATTO!

8 pensieri su “Benfatto!”

  1. Sono sempre favorevolmente colpita dalle cose meravigliose che condividi con noi. Grandi spunti, tante riflessioni, tanta vita quotidiana. Che dirti Luisa? Grazie di cuore per questi pensieri purtroppo veri ma anche dolcissimi che ci regali. Ti voglio tanto tanto bene

  2. Ognuno di noi ha un talento nascosto che viene fuori quando qualcuno molto sensibile lo scopre e tira fuori il meglio di noi. Il segreto è vedere il bello in tutti e non la pagliuzza nell’occhio dell’altro, l’orgoglio e l’invidia talvolta annebbiano la vista e non ci permettono di vedere la trave presente nel nostro.

  3. Una bella iniziativa fatta proprio nel momento più difficile che possa esserci, soprattutto per i ragazzi. Non possiamo accettare che il distanziamento sociale diventi un valore e dobbiamo essere tutti consapevoli che solo insieme, facendo gruppo, sostenendoci a vicenda, si viene fuori dai momenti brutti.
    I ragazzi hanno grande sensibilità e spero siano stati in grado di capire che abbiamo tutti pari dignità, pur essendo profondamente diversi. È una lezione che devono già imparare a mettere in pratica, perché la società ci vuole divisi, l’incontro l’altro. Non siamo potenziali fonti di contagio e ma un dono, l’uno per l’altro.

  4. Continuo a pensare che i soldi spesi per comprare i libri siano un importante investimento soprattutto se i libri vengono messi a disposizione di bambini e giovani. Conosco bene questo libro….Io e le bimbe, affezionate creature ‘nate per leggere’, abbiamo esplorato più biblioteche e anche questo libro lo abbiamo ospitato un po’ di tempo a casa nostra.
    È un libro che dolcemente sferra un attacco agli ideali irraggiungibili. Quelli che spesso proiettiamo verso noi stessi (ma anche verso gli altri) e che fa emergere con bellezza la nostra imperfetta unicità. Posso solo immaginare quante cose belle e importanti siamo emerse durante il vostro incontro. Grande idea Lu….di gran valore.

  5. Grazie Luisa…. anche per il bellissimo lavoro che stai facendo con questi ragazzi. Sei veramente un grande dono … e fortuna esistono i Malfatti…❤️

    1. Bellissima storia, grazie cara Luisa delle riflessioni e soprattutto degli insegnamenti che mi dai. Racconterò la storia dei malfatti al mio piccolo, grazie🙏

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