Il collezionista di penne

farfalleSono rimasta piacevolmente colpita dalla scoperta-riconferma dell’animo sensibile di una persona a me molto cara, che ieri ci ha lasciati: c’è chi colleziona francobolli, cartoline, monete (persino farfalle, occhi o ossa, come c’insegna l’ampia filmografia sui vari tipi di collezionisti), lui amava conservare… penne.

Sì, nel suo garage/studio, nel giorno della sua partenza improvvisa per il Cielo, ho notato tante “chicche”: oggetti usati per il lavoro dei campi, sapientemente conservati da anni, ricordi di famiglia ormai datati… ma, soprattutto, appesa al muro una lunga tavola di legno con su agganciate tantissime penne.

Varie forme e grandezze, colori e provenienze (svariate da Santuari): una collezione quasi maniacale… e il bello è che nella vita non è che avesse fatto lo scrittore o il contabile o, comunque, lavori d’intelletto, anzi, tutt’altro! Quelle penne, così ben sistemate, mi sono apparse come il suo “tesoro prezioso” che rivelano un animo nobile e preciso, delicato e profondo. E, per come si è comportato in vita, completamente votato alla generosità e all’annullamento di sé, questi inchiostri – coi quali ha scritto la sua biografia esistenziale – sono la riconferma della bellezza del suo animo.

Ma ora basta scrivere con i mezzi elettronici, prendo anch’io un po’ di sano inchiostro e scrivo la mia preghiera per lui: vorrei che tante farfalle colorate, adesso, sollevassero in volo la sua anima verso il Cielo, per farlo giungere a quella pace che che tanto merita…
E, allora, forza farfalline leggiadre e coloratissime della foto! Muovete le vostre alucce e, in una polvere divina, innalzatelo per “ricovrarsi sotto le grandi ale Del perdono d’Iddio” (Foscolo). Mentre lo fate, non dimenticate di accompagnarlo con questa bellissima poesia di Gibran che la mia dolce amica fiorentina conosciuta nel blog (mai vista ma, ormai, fissa nel mio cuore, a cui dico: “grazie”!) mi ha spedito per l’occasione, insieme alla foto del post:

Voi vorreste conoscere il segreto della morte.
Ma come potrete scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita?
Il gufo, i cui occhi notturni sono ciechi al giorno, non può svelare il mistero della luce.
Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita. Poiché la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono il fiume e il mare.

Nella profondità dei vostri desideri e speranze, sta la vostra muta conoscenza di ciò che è oltre la vita; e come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Confidate nei sogni, poiché in essi si cela la porta dell’eternità
La vostra paura della morte non è che il tremito del pastore davanti al re che posa la mano su di lui in segno di onore. In questo suo fremere, il pastore non è forse pieno di gioia poiché porterà l’impronta regale? E tuttavia non è forse maggiormente assillato dal suo tremito?

Che cos’è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi al sole?
E che cos’è emettere l’estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire, così che possa risorgere e spaziare libero alla ricerca di Dio
Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire.
E quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente.

Irlanda

 

 

11 pensieri su “Il collezionista di penne”

  1. Mia nonna,pochi attimi prima del suo ultimo respiro,chiamò mia madre e le disse:-Ho iniziato a volare.Ricorderò sempre questa frase,detta da lei,mentre andava con serenità dal Suo Signore,così amato e pregato durante tutta la vita.Quel volo di farfalle, che auspichi accompagni il tuo buono e generoso amico nel viaggio verso il Cielo, mi ha riempito di pace e tenerezza.

  2. Ieri scherzando, un amico sacerdote, siccome dovevo subire un piccolo intervento, che è stato rinviato a domani, nel salutarmi mi ha detto ” ci vediamo domani per il funerale” io gli ho risposto” l’importante è che mi suoni le campane a festa, e solo canti pasquali in chiesa”. Si perché io vedo la morte come una nascita a una nuova e bella vita,quindi come sono felice quando nasce una nuova creatura spero di esserlo anche nell’ultimo parto. Cara Luisa il tuo amico e tutti quelli che ci hanno preceduto stanno godendo dell’unico vero Bene. Un abbraccio ciao

    1. Sì, anch’io per la mia partenza (non funerale) vorrei: campane a festa, canti gioiosi, vestiti sgargianti – magari tutti di viola – come a un matrimonio/battesimo/comunione/cresima, ma la chiesa di oggi non credo lo consenta.
      Poi vorrei: un unico mazzo di fiori (orchidee, calle e rose jacaranda, introvabili da 15 anni) senza scritte a morto e pieno di farfalle vive che mi accompagnino, anche questo impossibile.
      Niente altri fiori, opere di bene che ce n’è tanto bisogno e ho l’imbarazzo della scelta a chi donare (forse, a tutt’oggi, Progetto Itaca, la Festa degli Angeli, ma chissà…).
      Vorrei persone sorridenti che battono le mani per accompagnarmi dovunque io sia destinata ad andare, ma anche questo è impossibile. E vorrei essere tumulata (si chiama così, la buca?) con la mia sorellina Luisa.

      L’unica cosa che mi rimane possibile da chiedere per la mia partenza, anzi l’Unica Vera e reale, è l’abbraccio di Gesù – mio Sposo – che non mi ha mai lasciato, nemmeno nella vita quaggiù.

      Quindi, attualmente, ho già tutto ciò che mi basta per questa vita e quella futura. Come sono fortunata!
      Grazie Sergio, per questo spunto di riflessione!

    1. Grazie Ily, soprattutto che in questa “VITAFRENETICA” (scritto tutto attaccato per far capire intensamente quanto è frenetica 🙂 )trovi un po’ del tuo preziosissimo tempo per stare qui con noi, in questo piccolo blog!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *