Il punto di ritorno

morteSono reduce da un lutto improvviso che mi ha toccata molto da vicino e che ha, inevitabilmente, coinvolto le persone più care che ho.

Dopo lo shock iniziale di tutti, le lacrime vere dei parenti più vicini, abbiamo vissuto un momento di reale serenità (sì, ci può essere, anche di fronte a un evento di questo genere) al cimitero, distribuendo i fiori destinati al defunto a tutte le persone della nostra famiglia che se ne sono andate e ricordando col sorriso le loro battute, gli aneddoti simpatici legati a ciascuno… sono uscita da lì con un senso di quiete e di pace… e un ricordo sereno dei miei cari defunti.

Ovviamente, credo sia sorta in ciascuno dei presenti la domanda sull’ineluttabilità della vita e sull’imprevedibilità della morte.
La morte… questa entità che si cerca di scacciare o a cui si prova a non pensare, facendo, facendo, facendo…
La morte… che qualcuno brama, perché schiacciato dai propri pesi, come Viviana nel mio libro…
La morte… che arriva solo quando Colui che ci ha creati, dispiega il suo disegno finale su di noi

Essa rientra in un progetto d’amore, è il punto finale della nostra vita terrena.
Per molti è un punto di non ritorno, per chi crede è il punto di ritorno al Padre. Un passaggio verso l’eternità.
È questo che ho sentito nel profondo, pregando davanti a Gesù Eucarestia, il giorno dopo la morte di mio zio. Ho sottolineato e trascritto nel mio quaderno, dalle letture di quel giorno: “Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto” (Isaia). Quale consolazione ho ricevuto da queste parole del Signore! Non sono capitate a caso…
E io ho aggiunto: “O Gesù, aiuta lo zio a raggiungere il Paradiso e tergi ogni lacrima dal volto della sua famiglia”.
M. Teresa ha detto, proprio a proposito del Paradiso: 

“Abbiamo il potere di essere in Paradiso già da ora, di essere felici con Lui in questo momento, se amiamo come Lui ci ama, se aiutiamo come Lui ci aiuta, se doniamo come Egli dona, se serviamo come Egli serve”.

Ci rendiamo conto di quale grande potenziale abbiamo già da quaggiù, per una vita di santità su questa terra e per vivere il Paradiso? Queste parole, hanno lenito in me la sofferenza per il nostro lutto, spalancandomi la porta – già da ora – sull’eternità.

Poi, aprendo a caso la Bibbia, mi è capitato il Salmo 126, dal pianto alla gioia: “Chi semina nelle lacrime, mieterà con giubilo”. Come se il Signore in quel giorno di tristezza, volesse ricordarmi la gioia, la speranza, la consolazione che solo in Lui si ha.
E, a conferma del senso profondo e fruttificante che ha stare con Gesù Eucarestia, anche Giovanni Paolo II mi ha aiutata:

“Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza: si è col Cristo che dà senso a tutta la vita. Con Lui tutto ha un senso, compresi il dolore e la morte”.

Quante parole di Grazia ho ricevuto da un evento negativo… quanta pienezza può scaturire dalla sofferenza vissuta in Gesù… Non posso che ringraziarlo e continuare a pregare per lo zio e per coloro che ne soffrono il distacco.

11 pensieri su “Il punto di ritorno”

  1. “Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
    nessun tormento le toccherà.
    2Agli occhi degli stolti parve che morissero;
    la loro fine fu ritenuta una sciagura,
    3la loro partenza da noi una rovina,
    ma essi sono nella pace.
    4Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
    la loro speranza è piena di immortalità.
    5Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
    perché Dio li ha provati
    e li ha trovati degni di sé:
    6li ha saggiati come oro nel crogiuolo
    e li ha graditi come un olocausto.
    7Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
    come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
    8Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
    e il Signore regnerà per sempre su di loro.
    9Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
    coloro che gli sono fedeli
    vivranno presso di lui nell’amore,
    perché grazia e misericordia
    sono riservate ai suoi eletti.
    Sap 3, 1-9

    Grazie per questa riflessione, che ci fa alzare gli occhi al cielo per scoprire quanta pace e bellezza ci siano oltre il buio della morte.

  2. Sicuramente la conosci, ma per me è sempre bella e consolatoria per chi subisce una perdita.
    La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.
    Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
    Prega, sorridi, pensami!
    Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
    La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
    Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

  3. Sempre belle parole Lu…
    E’ stato particolare anche per me quel giorno…il distacco…ma anche l’energia, l’amore e la complicità che circola tra le zie e che mi ha colpito come sempre, lasciandomi un senso di serenità…

  4. LA VITA E LA MORTE
    La morte disse un giorno alla vita:
    “”Non conti niente, tu non hai speranza,
    se lo decido io per te è finita,
    son’io per l’uomo l’unica uguaglianza.

    E’ inutile che cerchi di far finta
    che ci sei solo tu, ch’io non son niente,
    che per allontanarmi ci vuol grinta,
    questo è solo un inganno per la gente””.

    La vita le rispose: “”Cara morte,
    non voglio darmi tutta st’importanza,
    è vero che tu sembri la più forte,
    ma io che senso avrei senza speranza?

    Dici che dopo te non c’è futuro,
    ma chiudi un ciclo, non l’esistenza intera,
    perchè dopo di te, questo è sicuro,
    ha inizio il percorso eterno della vita vera””.

  5. Da quando ho iniziato a pensare alla morte, come a un parto, mi sento più sereno. Dico ma se per nove mesi sono stato in quel pancione e il giorno del parto sicuramente avrò avvertito il distacco, avrò provato il dolore di quel distacco, mi sarò chiesto perché ora devo andarmene da qui che sto così bene? Poi ho cominciato a vivere in questa nuova realtà sono cresciuto ho conosciuto gioie, affanni, dolori ma mi ci trovo bene e allora quando arriverà l’ ultimo distacco sarò di nuovo pronto, magari con lo stesso dolore perché so cosa lascio, ma con la fede e le promesse di Gesù sarà di nuovo tutto sereno e bello.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *