Istanti preziosi e attimi d’eternità

Il 24/10/2013 ho dovuto togliere l’immagine di mio figlio al mare, causa spam pedofile.

La macchina fotografica cattura un attimo, che diventa eterno. Immortalare, si dice in gergo, appunto rendere immortale, eternare un istante. Un tramonto in riva al mare è fatto di tanti istanti ravvicinati in cui il sole si accosta all’acqua, la sfiora, per poi perdersi in essa. E anche il sorriso di questo bellissimo bambino diventa eterno, proprio nell’unico e preziosissimo istante in cui – in una finzione sulla linea dell’orizzonte – il sole si appoggia alla sua mano: e lui diventa, come per magia, detentore del calore del sole, della sua bellezza e dei suoi colori cangianti, allo spegnersi di un altro giorno. Ogni attimo del tempo che scorre è unico e irripetibile: un microcosmo d’eternità, che però ha, per assurdo, un termine e una fine proprio in se stesso. Questo scorrere d’attimi forgia e plasma il presente, l’opportunità che abbiamo, qui e ora, di vivere e vivere al meglio. Più volte nelle mie pagine (nel libro, nei post: Prenditi una mezz’ora), ho parlato dello scorrere del tempo, di come poter viverlo appieno, seppur sfuggente, isolando ciascun istante dal precedente e dal seguente: ogni momento è sacro e non va sprecato, è il momento presente che dà valore al tempo che viviamo, perché il passato non torna e il futuro è ancora da costruire.

In un libro che ho letto di recente, ho sottolineato questa frase: “Noi mogli siamo territoriali. Non soltanto con nostro marito, i nostri figli, la nostra casa, ma anche coi dolori del passato. Come i soldati cinesi murati nei bastioni perché i loro fantasmi diventassero sentinelle eterne, così noi siamo destinate a proteggere il passato, anche se non possiamo fare altro che gemere e agitare le nostre catene”. Com’è vera questa frase (per lo meno per me)! Per sua natura, la donna ha l’inclinazione, alquanto perversa e autolesionista, di preservare il passato, o quantomeno di non lasciarlo andare, soprattutto nelle sue manifestazioni più negative: così i traumi e le sconfitte del “tempo che fu” divengono fantasmi, sentinelle eterne che mai scompaiono, sono sempre vive nella mente. Quando, dopo un brutto sogno che riguarda, ahimè, persone del mio passato che ancora fanno agitare e gemere le mie catene, grido: «Ma te ne vuoi andare?! Mi lasci in pace?!», è come se quella persona che voglio assolutamente dimenticare fosse lì, davanti a me. In realtà, forse, sono io che non mi sono mai liberata di lui/lei, che non lo/la lascio andare nella mia mente e nel mio cuore e che non permetto al passato di essere tale, cioè trascorso, andato, finito.

Ho lavorato con me stessa a lungo sulla finitezza del passato, sul fatto che ormai quelle persone siano fuori dalla mia vita, ma purtroppo ritornano, proprio perché hanno procurato un grosso dolore al mio io. E, purtroppo, continuano a farlo anche nel presente, pur non essendo loro in esso più presenti, scusate il giro di parole. Ma a cosa servono questi legami-non-legami? Costruiscono qualcosa di positivo nel presente?

E cosa dire del futuro? A volte ci costruiamo nella mente percezioni di qualcosa che ancora non c’è, a cui ambiamo, forse, per addolcire l’amaro presente. Castelli in aria, più o meno realizzabili, ma che non hanno un senso ancora compiuto in quello che viviamo ora, nell’immediato. Anche queste elucubrazioni a cosa servono? Costruiscono qualcosa di positivo nel presente?

La risposta, ovviamente, in entrambi i casi è: NO! Sì, lo scrivo maiuscolo, corsivo e in grassetto, come lo volessi gridare al mondo intero e, soprattutto, a me stessa: magari riesco, in tal modo, a distaccarmi, a liberarmi… lasciar andare il passato e non agognare il futuro. E, volesse il Cielo, così, questo post servirà a qualcosa, per lo meno per me.

Ascolto, in questi giorni, la canzone di un artista italiano che, insieme ad altri, ha colorito la mia giovinezza. Purtroppo anche lui, come molti, è divenuto più commerciale nel corso dei decenni, e questa canzone ne è la testimonianza: sicuramente vendere è più importante che colpire il cuore (è così anche per l’editoria). Ma alcune parole, che qui riporto, puntualizzano bene quanto sto tentando di dire con questo post.

Raf: Le ragioni del cuore

“Eccomi qui. Qui e adesso. Io sono qui e ora mi sento libero (…) Libero. Le gabbie del passato si dissolvono, non perdo tempo a disegnare altrove il domani. Io sono qui. Qui e adesso. In ogni istante, con tutto me stesso. Sono qui, dentro il presente sempre fino in fondo (…) E quel ch’è stato e che sarà non è la realtà che sfugge, ma qui e adesso (…) Noi siamo qui, ancora qui. Certo più stanchi e mai sconfitti. Siamo. Questo è quanto basta, stando in equilibrio, tra incertezze nella testa e le ragioni del cuore”.

8 pensieri su “Istanti preziosi e attimi d’eternità”

  1. Bellissimo post, molto ricco di spunti.
    Il passato che non si lascia andare e che ti ingabbia il presente credo sia esperienza universale: che sia legata ad una persona, ad una situazione scomoda o dolorosa o di vergogna, ad un periodo della vita che si vorrebbe disconoscere, a scelte importanti sbagliate, ad un lutto non elaborato… è sempre qualcosa che fu ma che continua ad avere effetti nefasti nel presente, nonostante si creda di averlo ormai alle spalle, ingabbiandoci e condizionandoci, facendoci “recitare” la parte di noi stessi più che “essere” noi stessi.
    A volte è palese, si inzuppa il presente di ragionamenti ricchi di “se fossi stato/a” o “se avessi”, che sono l’anticamera dell’infelicità. Ci si crogiola in quel dolore.
    Altre volte il legame è più sottile, ci condiziona nonostante ci si illuda di averlo sotto controllo.
    Senza rendersene conto, si usa il passato come gustificazione del presente, sollevandoci dalla responsabilità e dalla fatica di comprenderlo e viverlo appieno.
    Mi fa pensare alla frase de “Il mercante di Venezia” di Shakespeare: “Possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi”, che è usata quasi come refrain in un meraviglioso film di P.T. Anderson di qualche anno fa, Magnolia, che trovo azzeccatissimo con questo post (oltre che un ottimo film, in cui persino Tom Cruise finalmente recita bene)

    1. Bello quello che dici, BsBass.
      Mi colpisce in particolare la frase: “Altre volte il legame è più sottile, ci condiziona nonostante ci si illuda di averlo sotto controllo”.
      E’ un po’ quello che dicevo io: ci si lavora su questi legami del passato, in tanti modi, ma il pieno controllo non si ottiene mai. e Shakespeare viene in aiuto con la frase che citi tu, anche se non dobbiamo giustificarci col fatto che sia il passato a non chiudere con noi… Forse, in fondo in fondo, siamo noi che non abbiamo davvero chiuso con lui…

    2. Rileggendo i miei quaderni di appunti e memorie, relativamente al passato ho trovato scritti altri due spunti da un libro.
      1- Strano come il passato torni con abiti diversi, fingendo di essere uno sconosciuto;
      2- Sarà un tormento infantile ma non ci è dato di scegliere i nostri demoni.
      Mi pare molto in linea con quello che dicevi tu.

  2. Anni fa cantavo insieme a dei carissimi amici una canzone che si intitola “AL CENTRO DEL PRESENTE”;il ritornello diceva “Al centro di questo presente,scorre l’ETERNO delle cose, e se in quest’attimo tu ami,incontri Dio nella tua vita.”
    Chissa’ perche'(nonostante io l’abbia compresa e assimilata) questa bella canzone non riesco quasi mai a viverla…
    Mi struggo per le brutte esperienze del passato e mi sento spesso aggredire dall’ansia quando penso al prossimo futuro.
    Grazie per questo post Luisa,sì,il Cielo ha voluto che servisse anche a me questa tua riflessione,cerchero’ di concentrarmi maggiormente sul presente.
    Lascio un piccolo stralcio di una bellissima preghiera di Papa GIOVANNI XXIII
    “Solo per oggi credero’ che la Provvidenza di Dio si occupi di me come se nessun altro esistesse al mondo”
    Basterebbe pensarlo ogni giorno…
    Un abbraccio.
    Sunrise

    1. Cara Sunrise, ricordo bene quella canzone… con i suoi cori incrociati, le doppie voci… Era davvero bello cantarla ma, come sottolinei tu, difficile da fare propria nella vita.
      E’ un allenamento continuo, un canto perpetuo da eseguire tutta la vita.
      Grazie per la frase che hai riportato, incisiva e concreta.
      Sono felice che, il Cielo ha voluto che questo post servisse anche a te!

  3. bellissimo questo post…. complimenti! condivido tutta la prima parte fino a Raf..poi cambiano le canzoni e i viaggi ma devo dirti due cose :1) tutto il nostro passato bello o brutto che sia cammina con noi, fa parte di cio che siamo ora, la somma di svaritissime esperienze , sbagli, e sofferenze; ma anche di momenti teneri e splendidi. 2)possiamo ancora oggi soffrire , amare, avere dubbi, incertezze, ma la vita e’ splendida e bisogna viverla fino in fondo accettando tutto e amando tutto….sarebbe da approfondire ma i doveri paterni chiamano….ma anche questo e’ bellissimo!!

  4. Bè, Riccardo, ognuno ha i suoi gusti e i suoi riferimenti musicali… Facci qualche tuo esempio, no?
    La vita è splendida, sì, l’ho puntualizzato in tanti post e anche nel mio libro. Va vissuta appieno nell’accettazione anche che ci sia un fardello pesante che si chiama passato…
    A presto!

  5. Io ho sperimentato che se mi angoscio x una cosa che devo ancora fare, poi quando mi ci trovo è melgio di quanto pensassi (e allora perchè sprecare tempo prima?!) che se mi àncoro a certe cose del passato,non concretizzo niente perchè è solo infantile nostalgia e perdo la bellezza delle cose che ho nel presente (tanto che ho cominciato a non dare più le cose tanto per scontate e cerco di ringraziare spesso Dio e i miei cari per quello che mi danno).
    Uno dei miei libri preferiti che tengo sempre a portata di mano è “OGNI MOMENTO UN DONO” della grande Chiara Lubich. Tra le tante cose belle che dice:
    “E’ VIVENDO IL PRESENTE CHE SI POSSONO ADEMPIERE BENE I NOSTRI DOVERI. E’ VIVENDO IL PRESENTE CHE LE CROCI DIVENTANO SOPPORTABILI. E’ VIVENDO IL PRESENTE CHE SI POSSONO COGLIERE LE ISPIRAZIONI DI DIO, GLI IMPULSI DELLA SUA GRAZIA CHE ARRIVANO NEL PRESENTE”
    Niente di più vero secondo me….

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