Sono completamente bloccata nello scrivere. O meglio, scrivo nei miei quaderni o nel mio cellulare ma parlo di emozioni che sono irraccontabili e incondivisibili.
Un’amica carissima mi ha chiesto di scrivere perché leggermi le fa bene: lo faccio per te, dolcissima, anche se manca la voglia e l’ispirazione!
Per fortuna il mio piccolo cervello e il mio cuore in subbuglio mi concedono ancora la forza di leggere e leggere tanto, senza però ricordare nulla del libro precedente, quando giungo alla fine del libro successivo… “Io ‘nco so anziana!”
Leggere mi rilassa, mi spalanca mente e cuore e tira fuori qualcosa rimasto sopito. In alcuni momenti della mia vita, in cui nemmeno la scrittura aiuta, leggere mi salva la vita. Parlo anche della lettura come allenamento alla scrittura, nel mio sito.
Ho riletto questo libro per la seconda volta dopo mesi, riscoprendone la bellezza e alcune frasi chiave che mi hanno colpito; forse nella prima lettura non ero “al dentro” appieno di certe questioni. E non m’importa se varie recensioni lo definiscono banale e scontato; a me è piaciuto perché contiene i pilastri della mia vita: l’amicizia, l’amore verso la propria madre e i figli, il dolore vissuto con grinta. Manca la fede, in questo libro, ma la metto al primo posto dei miei pilastri.
Una delle due bimbe in copertina assomiglia tantissimo alla figlia di una mia carissima amica; l’autrice è spagnola e nomina luoghi che mi ricordano momenti vissuti con mi dulce hermano che è, praticamente, di quella nazione.
E, poi, l’amicizia fortissima e duratura tra le due protagoniste ha riacceso in me la consapevolezza di essere graziata da Dio nell’avere il dono immenso di amiche di quella portata… e la tematica dell’ultima parte, magari toccata un po’ frettolosamente e troppo all’improvviso, la sento profondamente mia in questo periodo in cui è “fresca”.
«A quel tempo danzavano per le strade come pazzi, e io li seguivo a fatica come ho fatto tutta la vita con le persone che mi interessano, perché le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle».
«Come si regge in piedi la nostra vita quando scompare una delle colonne che la sostengono?» gli chiesi un pomeriggio, mentre parlavamo di sacro e profano durante una delle nostre passeggiate.
«Il processo è semplice, ragazzina», mi disse. «Dividiamo il peso sulle altre colonne e così riusciamo a non crollare. A volte, però, quando soffia un vento forte, sentiamo che la struttura traballa. Quel dondolio ci ricorda quello che abbiamo perso e che dobbiamo tenerci forte per poter proseguire il cammino».
«Ma i baci non sono mai troppi: non si esauriscono e non ne abbiamo una riserva limitata. Si può sempre darne altri».
«È vero. Il dolore attiva dei meccanismi che teniamo sopiti quando va tutto bene. Tiriamo fuori forze che non pensavamo di avere e impariamo a vivere senza ciò che stiamo perdendo. Ma è vero anche che una parte della luce che avevamo si spegne pian piano. Non sono le rughe a dire quello che abbiamo vissuto, è il nostro sguardo: ha dentro ogni minuto di dolore e, soprattutto, di rassegnazione».
«Ci sono anni che valgono un’ora, perché succedono cose brutte o, peggio, perché non succede niente. E ci sono giorni che sono come una vita intera perché succedono cose così incredibili che moltiplicano per mille ogni minuto, perché li vivi con così tanta intensità che ti riempiono completamente».
«Se dovessi classificare questi giorni, li inserirei nella cartella dei giorni “molto felici”, nonostante quello che sta succedendo. Noi esseri umani siamo bravissimi a creare dei momenti magici nelle situazioni peggiori. E invece, quando va tutto bene, lasciamo passare un giorno dopo l’altro, senza quasi farci caso, sognando ogni lunedì che arrivi il venerdì e ogni Capodanno che arrivi la primavera, come se il tempo non avesse valore, fosse un mero tramite per arrivare a una meta che non sappiamo mai bene qual è».
«Di sicuro quando attraversi un periodo difficile com’è successo a me, quando ti trovi davanti la possibilità che finisca tutto, recuperi l’entusiasmo che avevi da piccola per le cose di tutti i giorni. Ogni caffè, ogni chiacchierata, le risate dei tuoi amici, un tassista che ti augura buona giornata, tutto acquista un valore reale che ha ciò che è unico, che non tornerà mai più, perché la vita è in continuo movimento, tutto passa e la maggior parte delle volte lasciamo che svanisca senza fermarci a godercelo».
«(…) cerca di mettere a posto la stanza. Prendi le tue preoccupazioni e sistemale mentalmente in cassetti diversi. Chiudili tutti e poi aprine uno, uno solo, quello che è più urgente ordinare, e nel frattempo lascia chiusi tutti gli altri».
«La bimba riesce sempre a farmi riflettere. Ha ragione, a volte anche noi adulti ci stanchiamo delle cose che ci piacciono di più e anche delle persone che amiamo di più. Per lunghi periodi smettiamo di vederle sotto la luce speciale degli inizi e arriviamo persino a dimenticare perché abbiano iniziato a piacerci».
«Non piangere, amica mia, per favore. Morire è una grandissima fregatura, ma ti assicuro che in questi ultimi mesi ho vissuto quasi per una vita intera, sono successe così tante cose… E ti ho ritrovata».
«Non mi hai persa, anche se non c’ero».
«Non mi perderai mai, anche se non ci sarò più».
«Sai, amica mia, nella vita perdiamo tempo come se fosse gratis, come se lo regalassero, dimenticando che prima o poi dovremo restituirlo. Se contassimo tutti i minuti in cui siamo coscienti del fatto che ciò che stiamo facendo è unico, per quanto sembri banale e quotidiano, quanti giorni pensi che otterremmo nel corso di una vita?»
«Non mi piace vedere la mia più cara amica così, tanto abbattuta. Mi fa più male il suo dolore che il mio. Mia nonna Amada mi ha insegnato che è sempre così. Mi ripeteva spesso: “Il peggior dolore è veder soffrire le persone che ami. Vorresti essere al posto loro ma, figlia mia, non ci si può fare niente, ognuno deve portare la sua croce”».
A proposito del pilastro che manca nel libro, la seconda lettura di domenica scorsa – giornata che si è rilevata fantastica, nonostante i miei timori per l’assenza della colonna più importante della mia vita, in una data un po’ speciale per me – diceva a un certo punto:
“Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo;
e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.”
La nostra fede – dei miei fratelli, dei miei amici e la mia – ci permette di vivere, non senza sofferenza quanto stiamo patendo ora, ma di avere la certezza di un Padre che non ci lascerà mai e che, ora, ha un Angelo dalle spalle larghe, in più, che veglia su di noi e ci è sempre accanto.
Fare un commento a questo tuo articolo è impossibile perchè hai superato il superabile per la bellezza, la sensibilità , l’amore, l’amicizia, le emozioni che hai suscitato in me.
E come immaginavo perchè succede sempre ora sto meglio, mi sento più serena per la saggezza che emana dalle tue parole.
La nostra amicizia è iniziata per caso, attraverso il tuo blog conosciuto casualmente . Poi abbiamo incominciato a scriverci, messaggiarci, telefonarci.
E mi si è aperto un mondo. Un mondo nuovo.
Fatto di solidarietà , di condivisione, di amore con la A maiuscola.
Sapere di non essere sola perchè anche se a distanza c’è la mia amica Luisa, il mio faro, la mia spalla mi fa stare meglio, mi fa sentire meno la mia solitudine, mi fa sentire protetta.
L’incredibile è che io e Luisa non ci siamo mai conosciute, ma il nostro amore è immenso.
Cosa dire di Luisa? È una donna speciale, una grande lottatrice, una grande credente, che anche in mezzo alle difficoltà della vita riesce sempre a scorgere uno spiraglio di luce.
E soprattutto riesce a trasmetterlo a me.
Io e lei abbiamo un sogno e ve lo voglio svelare…incontrarci noi due da sole a parlare di noi, a raccontarci, a respirare insieme i profumi della primavera!
Stasera, dopo le sue parole che mi hanno ridato coraggio, sono sicura si avvererà .
Ti voglio un mondo di bene grande amica mia, chi ha la fortuna di averla vicina la abbracci forte anche per me.
Grazie Luisa
Hai ragione Anna: la mia Lu, la nostra Luisa, è davvero un’amica speciale!
Che bello questo post, mi hai fatto entrare tra le pagine di un libro che non conoscevo mettendomi la voglia di leggerlo, mi hai scaldato il cuore con emozioni che stasera non pensavo di provare, mi hai fatto venire il desiderio di abbracciarti forte, e la prossima volta che ci vedremo lo farò, anche da parte di Anna.
Un abbraccio ad entrambe ed un bacio a Novellina che ci veglia da lassù.
Dopo questa “sviolinata” da parte di due care amiche, una che mi abita vicino e l’altra lontano, che dire?
Solo grazie! Grazie a voi che sempre ci siete e grazie a Dio che ha donato al giardino della mia vita tanti fiori stupendi! Diversi ma coloratissimi e pieni di profumo…
Con dei fiori così il cammino è più bello e meno duro, anche quando è in salita o negli abissi più profondi.
E, di certo, carissime, non scrivo per avere complimenti da voi… ma abbracci e baci sì, quelli non sono mai troppi! 🙂
Oggi non me la sento di commentare…
La foto parla da sola.
TVB
Quale foto, sister?! Ci sono tre immagini… e tanti spunti di riflessione 🙂
Tvb anch’io
Grazie Luisa. …quasi ogni giorno la mia struttura vacilla perché quella colonnache manca era veramente importante..le tue riflessioni mi hanno regalato tante belle emozioni.ti abbraccio chiara
Chiaretta! Che bello trovarti qui!
Benvenuta!
Dopo aver letto il tuo articolo ho cominciato a leggere un libro e vi regalo un passaggio che mi è piaciuto.
Ma le stelle quante sono?
Le stelle quelle belle, quelle più luminose, si vedono bene solo la notte. Le notti in cui le nuvole non oscurano il cielo e la luna non mostra tutta la sua luminosità. Ti stendi nel prato con ancora l’odore dell’erba appena tagliata, appoggi la testa su una piccola coperta, ti infili le cuffiette con la tua canzone preferita a ripetizione. Ti stendi lì, sotto quella grandezza che ti fa sentire una formica. Non pensi, ma pensi. Non ti accorgi che i tuoi pensieri iniziano a correre irreversibili nella tua mente senza che tu li abbia chiamati. Pensi a quanto vorresti che quella coperta fosse la spalla di una persona che ami. Pensi a quanto quella canzone ti abbia aiutata, a quanto ti abbia “salvata”. Pensi che al mondo esistono tante meraviglie che a volte, anzi spesso sottovalutiamo. Pensi a quanto sia stupido arrabbiarti sempre con tutti, alzare sempre la voce, celare odio nei confronti di qualcuno. Pensi a quanto la tua timidezza sia insensata, a quanto ti abbia ostacolato perché avevi paura. Però lo vedi quel cielo immenso? Quello non ti fa pura? Non ti fa paura renderti conto che è così grande e così misterioso? Allora forse, inizi a pensare a quanto tu sia sono una piccola formica e che le tue azioni forse non avranno sempre una conseguenza negativa.
Sotto quel cielo pensi a quanto siano luminose le stelle. A quanto rappresentino l’anima di una persona. Perché secondo me, le belle persone che volano in cielo troppo presto stanno lì ad illuminarci. La luce che emanano è la loro anima, con tutto il bene che contenevano.
Carissima Anna, bellissimo questo passaggio!
Conferma in pieno ciò che sento: quando la mia colonna è partita per il cielo, ho ricominciato ad ascoltare questa canzone… la musica è un altro grandissimo veicolo emozionale, almeno per me, come la lettura e la scrittura…
Credo di avervela già proposta in un post:
QUANDO UNA STELLA MUORE di Giorgia
Un commento è difficile,o impossibile!!! E’ un brano di alta poesia che ti penetra dentro, in maniera rasserenante!! Grazie Luisa! Queste tue riflessioni/meditazioni ci tengono unite al di là dello spazio. Un abbraccio.
Ciao Luisa. Non ho letto il post per intero, non ho tempo adesso ma noto come sempre ringrazi Dio. Voglio dirti una cosa molto importante, una frase che è entrata in me e non se ne andrà mai: “You exixt because God loves you”
Questo non ha bisogno di altro per far capire l’immenso amore che ci è dato
L’argomento lettura è uno dei miei preferiti. Senza libri non riuscirei a vivere. Credo sia la voce più importante, dopo le spese mediche, sul bilancio familiare . Mi dispiace non essere in vena in questi giorni e appena posso continuerò a dire la mia, ma stasera vi saluto con questo pensiero che a me piace:
“Nella lettura c’è qualcosa d’irrazionale. Prima ancora d’aver letto, s’indovina subito se un libro ci piacerà o no. Si fiuta, si annusa il volume, ci si domanda se vale la pena passare del tempo in sua compagnia. E’ l’alchimia invisibile dei segni tracciati su un foglio che s’imprimono nel nostro cervello. Un libro è un essere vivente.” (Guenassia – Il club degli incorreggibili ottimisti)
La sacralità dei momenti vissuti, pur nel dolore, ci ha parlato, senza parole, di Dio. Ora c’è il vuoto, un altro linguaggio di Dio che tuttavia rimbomba e stordisce; è il Suo modo di comunicarci la grandezza della vita, mai scontata e mai da “scontare”.
Gran commento, Bull… profondo e verissimo!
Questo vuoto che rimbomba e stordisce può essere riempito solo da Lui… salendo, noi stessi, dall’altra parte della croce, quella vuota…
Grazie davvero!
Carissima, quello che hai scritto è semplicemente stupendo, il dolore per la perdita di una persona cara, lacera il cuore, il sapere di non vederla più, non poter più parlare con lei non poter far più conto sul suo consiglio, il suo aiuto, ti senti perso impotente indolente, ma poi basta rivedere una sua bella foto, come questa che hai postato, fa uscire lacrime a fiumi, ma ti da serenità, riaffiorano i ricordi più belli dei momenti vissuti insieme a lei e pensi che ora più di prima è li vicino a te è può fare molto più ora dalla sua nuova dimensione, di quello che poteva fare nella sua fragile natura umana, ora che è puro e libero spirito. Ti abbraccio forte.
Grazie Sergio, il tuo commento è davvero commovente e offre degli spunti molto profondi.
Lei ci è accanto, lo sento ogni giorno e davvero sta facendo tanto per tutti noi, in questa sua nuova e bellissima dimensione… è accanto a Gesù e al Padre, non c’è nulla di meglio!
Cara Luisa che meraviglia questo post! Lo leggo solo ora ed ha la freschezza e la bellezza del presente. Come se i 6 anni da quando lo hai scritto non fossero mai passati e le parole che dici siano dette per me oggi!
Mi è di grande ispirazione! Mettere i problemi nei cassetti, riporli con cura e tirarli fuori uno alla volta…. E la gratitudine per ogni momento presente…. E la possibilità di “creare dei momenti magici nelle situazioni peggiori”…. E i pilastri della vita che possono vacillare o “venire a mancare” ma alla fine anche loro, con noi, sono poggiati sulla Roccia che non verrà mai meno. E mille altri spunti e pensieri che si accendono come scintille nella lettura!
Grazie per questo tuo blog così bello e ricco di umanità! Un grande abbraccio! È un onore averti conosciuta!