Luna piena

Disegno di Stella Basile

È lì, nel cielo. Sembra aspettare solo me: la luna piena. Nella sua rotondità, pienezza e quasi impercettibile perfezione, mi dona tranquillità, serenità e pace. È lì per me: mi meraviglia ogni volta, perché ogni volta sembra diversa: bella, appagata e soddisfatta di guardare il mondo dai suoi crateri (che sembrano come occhi)… gli sorride quasi beffarda.

Eppure anche lei, nella sua calma apparente, disvela un volto trasfigurato. E la sua luce fioca, che illumina appena ma non schiarisce e non scalda le pungenti serate invernali, dimostra tutte le sue insicurezze. E poi, in fondo, anche lei vive di luce riflessa, quella di un astro, il Re Sole, che primeggia su tutti gli altri. Anche lei, allora è una bellezza secondaria, artefatta che non saprà mai chi realmente è e cosa ha da donare. Tentativi di avvicinamento per calpestare e conquistare la sua terra sono stati fatti, evento tra i più grandi e indimenticabili della storia, ma alla fine lei resta là, lassù, sopra il nostro naso: imperscrutabile e insondabile…

E poi cresce, cala, si fa esile spicchio (“la luna rotta”, come diceva da piccolo mio fratello) e poco dopo, nell’arco di settimane, ridondante circolarità.

La luna piena è un po’ come una persona affetta da Disturbo Bipolare: è diversa da ciò che appare, sembra trasmettere certe sensazioni positive ma in realtà muore dentro e vorrebbe morire davvero. Fino a che la “bestia” non attacca, anche il bipolare sembra essere “normale” (esiste la normalità?) o “sano”. Un po’ strano a volte, altre aggressivo, altre giù di tono ma, prima o poi la bestia arriva, implacabile e affonda le sue radici acuminate nella psiche, nel cuore, nell’anima e, purtroppo spesso anche nel corpo, sottoforma di forme di autolesionismo le più svariate. Anche qui si cala, pian piano o di colpo e a picco fin quasi a scomparire, poi si cresce fino alla presunta pienezza di aver raggiunto forse la stella giusta, ci si sente pieni, rotondi, luminosi. Senti che gli altri si accorgono di te, diventano attratti… allora, nonostante tutto, hai qualcosa di cui rilucere e da dare! Non sei quello schifo che spesso ti senti o che i sensi di colpa ti impongono di essere o che i rimuginii alimentano senza sosta…

Nel mio libro “Una storia di stra-ordinaria follia” racconto proprio questo aspetto tipico del disturbo bipolare e di Viviana, la protagonista, nello specifico: la lunaticità, la ciclicità, la precarietà psicologica. La depressione e la mania, l’essere niente e l’essere troppo, l’odio per la vita e la voglia matta (passatemi il termine) di farne un capolavoro, come invita  Giovanni Paolo II. Definisco il “Giano bifronte” questa doppia faccia infida della malattia, che ti costringe, legandoti mani e piedi, a sedere comodamente in quell’altalena di su e giù, la quale a seconda dei singoli casi, acquista sfaccettature diverse, più o meno intense, proprio come quelle della luna. San Francesco, nella sua lirica “Il Cantico delle creature”, la chiama dolcemente “Sorella luna”:

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
(…)
Laudato si’ mi’ Signore, per sora luna e le stelle,
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Riascoltando le sue parole (anche nella bellissima trasposizione del canto “Dolce sentire”) mi dico: ma se la luna, con le sue imperfezioni, è sorella preziosa e bella ma soprattutto è una creatura, allora anche io, anche tu, anche il malato dichiarato è una creatura bella e preziosa da amare e rispettare. Tutto così riacquista valore e la malattia, qualsiasi essa sia, viene – dal soggetto che ne è colpito – compresa, capita e, elemento fondamentale, accettata (ci vogliono mesi, se non anni!); il bipolare, in particolare, con gli aiuti adeguati (farmacologici, terapie psicologiche) e con l’affetto e il calore di familiari e amici riesce a trasformare lo stigma in peculiarità positiva da gestire al meglio e da donare agli altri. E un grido di speranza sale dal cuore: anche il pazzo, il folle, il malato di mente, può essere una persona a tutti gli effetti e, quindi, un dono. E Viviana lo è stata per me, da quando l’ho conosciuta ma lo è anche per molti di quelli che hanno letto il libro e che lo leggeranno, perché Viviana, non la tiene per sé ma vuole donare la sua speranza ritrovata.

14 pensieri su “Luna piena”

  1. Il mio nome dice tutto.
    In questo articolo mi ci ritrovo in pieno, come nelle facce della luna. Grazie per avermi ricordato di essere comunque creatura, anche se a volte non mi ci sento affatto. Sull’essere dono, anche io, ho qualche dubbio: forse la mia è una speranza persa e non ritrovata.

    1. Caro Semprefolle, sei una creatura e bellissima per giunta!
      E sei assolutamente un dono: il primo che ci deve credere però, sei tu! Se fai questo passo, la speranza la ritrovi di sicuro! Non sono un medico, nè una psicologa o affini ma quello che ti dico dal cuore è: credi in te, hai tanto da dare!

  2. complimenti per il libro, si legge benissimo e quindi mi sento di consigliarlo a tutti quelli che non lo hanno ancora letto. Anche chi non ha basi di medicina riesce a comprendere quello che può essere una patologia come il disturbo bipolare, e soprattutto si sente la speranza e la voglia di continuare a vivere e di sconfiggere entrambe le malattie, con l’inizio dell’accettazione delle stesse. può essere veramente di grande aiuto a quelle persone che soffrono di un qualsiasi disturbo e non lo vogliono accettare… per combatterlo bisogna conoscerlo…
    io sono un’infermiera e lo consiglio anche ai miei colleghi e a tutto il personale sanitario, ci sono delle descrizioni che ci dovrebbero far riflettere molto sulla nostra professione… qualche volta dovremmo scordarci della malattia e ricordarci che difronte a noi c’è una persona…
    proprio per questo vorrei “correggere” una frase di questo tuo articolo, tra l’altro molto bello, …anche il pazzo, il folle, il malato di mente, è una persona ….
    continua lottare e anche a scrivere… perchè i tuoi scritti fanno bene e aiutano a superare anche le piccole difficoltà che qualche volta sembrano intramontabili…
    Complimenti anche per la scelta del disegno rende veramente bene quello che vuoi raccontare…
    grazie

    1. Cara anny il tuo bel commento è incoraggiante per chi scrive e per chi legge!
      Spero che i miei scritti facciano bene al personale sanitario e a chi sta loro di fronte e, in generale, a tutti… Voglio donare la speranza e di quella ne hanno un pò tutti bisogno…

      Non capisco bene, però, la tua puntualizzazione:

      vorrei “correggere” una frase di questo tuo articolo, tra l’altro molto bello, …anche il pazzo, il folle, il malato di mente, è una persona ….

      Cosa volevi confermare o correggere? Che il malato di mente non è una persona? Solo un chiarimento. Grazie, e spero a presto!

      1. Ciao Luisa, spero che qualche collega abbia accettato il mio invito e sia venuto a leggere l’articolo. Per la correzione tu scrivi “può essere” una persona a tutti gli effetti, io invece ti invitavo a dire “è” una persona a tutti gli effetti…
        Era un rafforzativo più che una correzione, infatti correggere era tra virgolette… Molte volte le persone che hanno una determinata malattia si identificano, o vengono identificate con la malattia stessa, io volevo dire che anche durante il manifestarsi della malattia si è persone, anzi per meglio dire si è sempre delle persone… Fortunatamente anche nella medicina moderna si cerca di passare dal curare… al prendersi cura cercando appunto di non vedere più il malato, il paziente, l’ospite, l’utente o solo la malattia, ma la persona in senso olistico…Dovrebbe stare al personale sanitario a metterlo in pratica. Grazie ancora e scusa se non sono stata abbastanza chiara, ma scrivere non è tra le mie doti…

        1. Scrivi benissimo, anny… Continua così, i tuoi commenti sono adeguati e pieni di professionalità e amore allo stesso tempo…
          La mia era solo un capire più a fondo (e magari stimolare una discussione sul tema) e tu ce l’hai esplicato benissimo!

  3. Diceva Mark Twain: “Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro.”
    …In effetti come dice questo breve aforisma e il bellissimo scritto di questo blog, tutti abbiamo il nostro lato oscuro, il nostro “punto debole”. Ma non dimentichiamoci mai che anche noi abbiamo i nostri lati positivi, siamo anche noi, come la luna, portatori di luce per gli altri. Basta solo rendersi disponibili alla vita e aperti all’amore… a volte sembra difficile ma se ci pensiamo abbiamo una vita sola e fare di tutto per godersela è la massima espressione di gratitudine che possiamo esprimere a colui che ce l’ha donata.

    1. Grazie Sisterina, hai fatto delle puntualizzazioni importanti!

      La bellezza di Sorella Luna è proprio questa: ciascuno può ritrovarsi nelle sfaccettature, nei suoi cala e cresci, nelle sue sfumature di luce.

      E ciò che conta, al di là di quanto io specifico per la malattia mentale, è che siamo tutti creature preziose che hanno da donare agli altri.

      Ho trovato questa chicca, per chi ama il canto o in generale provare emozioni profonde: realizzata proprio nella terra di S. Francesco. Buon ascolto!

      http://www.youtube.com/watch?v=NdtJFW8lBsQ&feature=related

    1. Il video è di grande impatto, grazie.

      Ciò che mi sconvolge di più è che il termine “lunatic” viene tradotto dall’inglese, nella pagina che tu ci alleghi, come “pazzo“. Non aggiungo commenti, soltanto che, alla fine, tutti i lunatici sono considerati pazzi e che, come sottolineo in una delle mie pagine, un pezzetto di Viviana (metaforicamente la farfalla folle che squarcia la ragnatela) c’è in ciascuno di noi.

      Mi piace concludere, come dice ad un certo punto la canzone:

      “E se anche la tua testa esplodesse di oscuri presagi
      Ci incontreremo sul lato oscuro della luna”

      1. Video di impatto… per non parlare della musica!!!
        Credo che l’italiano “lunatico” venga tradotto con moonstruck, mentre “lunatic” vuol dire prorio quello.
        Comunque è una conferma che la similitudine che tu fai:
        “La luna piena è un po’ come una persona affetta da Disturbo Bipolare”
        (più in generale affetta da disturbi dell’umore) è universalemte accettato e riconosciuto tanto da avere coniato termini che si rifanno alla luna per descrivere determinati comportamenti o espressioni più o meno “bizzarre” degli uomini.

  4. Ho letto il libro e lo consiglio a tutti quelli che sono sempre alla ricerca di quello che non hanno senza apprezzare quello che invece gia’ possiedono.Dobbiamo tutti fermarci a riflettere e cercare di riscoprire quegli antichi valor,ormai perso.Abbandonare ogni sorta di egoismo e cattiveria.
    Tu insegni che dobbiamo sempre combattere pur sapendo di non vincere,anche se lo sconforto si padroneggia di noi.
    …….FORZA E TANTI AUGURI…….

    1. Benvenuta Angela!

      Leonardo Sciascia ha detto:
      “Tutto quello che vogliamo combattere fuori di noi è dentro di noi; e dentro di noi bisogna prima cercarlo e combatterlo.”

      E’ in linea con quanto suggerisci tu: abbandonando l’egoismo e la cattiveria, dopo aver combattuto contro la “bestia” che tutti abbiamo dentro, in diverse sfaccettature, possiamo aprirci al mondo e apprezzare quello che abbiamo. E sapere di non essere soli nella battaglia, aiuta ad andare avanti, sempre!
      E rimettersi continuamente in gioco… Riconoscere che si può imparare ancora e sempre di più è segno d’umiltà e di grande forza!

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