SALUTE A TE!

 

Nei miei vari andirivieni casa-ospedale di questi ultimi giorni, ho avuto il piacere di leggere delle frasi di due Papi sul discorso salute/fede, le condivido con voi, sperando che possano essere d’incoraggiamento per chi si trova a dover fare i conti con la realtà della malattia. Per me sono state la conferma della presenza di Dio anche in luoghi umanamente considerati poco “divini” ma dove, invece, Lui è più che mai “al centro”.
Queste prime due frasi le ho ritrovate fermandomi a pregare – come spesso faccio, quando mi avanzano spiccioli di tempo – alla bellissima statua in marmo bianco situata fuori da uno degli ingressi principali del plesso ospedaliero: ritrae la Beata Vergine Maria (a Santa Maria della Misericordia è stato intitolato l’ospedale stesso e la chiesa posta al suo interno) che sostiene Giovanni Paolo II ferito nell’attentato del 1981.
La base della statua è rivestita in un delicatissimo marmo rosa e sulle sue facce riporta alcune frasi che questo Papa Beato (Santo subito!) citò in terra umbra: se una persona si siede sulle panchine (lato destro) poste intorno al complesso scultoreo – circondato da un bel giardino pieno di rose – non può fare a meno di leggere:

“Per quanto una creatura umana sia malata, sofferente, dimenticata, la preghiera mantiene vivo e reale il legame con l’Altissimo che ama come un padre ogni persona creata a Sua immagine e somiglianza.” Giovanni Paolo II, Perugia 26/10/1986.

Amore misericordioso, sii costantemente più grande di ogni male che è nell’uomo e nel mondo!” Giovanni Paolo II, Collevalenza (Pg) 22/11/1986.

Statua dell’ospedale di Perugia


Poi, entrando nell’edificio per la mia visita, vicino alla macchinetta dove ho preso l’acqua (e incontrato l’ennesimo Angelo inviatomi da Cielo) ho trovato un pieghevole di quattro pagine – molto semplice ma davvero ben scritto – redatto dai Frati Minori cappellani dell’ospedale, dal titolo (che, già da solo, è tutto un programma!): «SALUTE A TE! (Mt 28,9)». 
In prima pagina riportano la storia di Papa Francesco e, nelle pagine seguenti, alcuni suoi scritti, questo a pagina due:

“(…) Un uomo che ha vissuto pienamente questo Vangelo del buon samaritano è San Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e degli operatori sanitari. San Camillo morì il 14 luglio 1614: il suo è un carisma di carità a contatto quotidiano con i malati. Siate come lui buoni samaritani!
E anche ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito. Affidiamo questa intenzione all’intercessione di Maria Santissima”. Angelus, 14/07/2013.

Nell’ultima pagina, oltre a fornire informazioni dettagliate sulle loro attività per i malati all’interno della chiesa ospedaliera (Messe, Confessioni, reperibilità 24 ore su 24, etc.), i Frati Minori ci offrono un passo della Lumen Fidei (n. 56-57) dal titolo: “Una forza consolante nella sofferenza“. Ne riporto alcuni stralci:

“San Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto delle sue tribolazioni e delle sue sofferenze, mette in relazione la fede con la predicazione del Vangelo. Dice, infatti, che in lui si compie il passo della Scrittura: «Ho creduto, perciò ho parlato» (2 Cor 4,13). L’Apostolo si riferisce a un’espressione del Salmo 116, in cui il Salmista esclama: «Ho creduto anche quando dicevo: sono troppo infelice» (v. 10).
Parlare della fede spesso comporta parlare anche di prove dolorose, ma appunto in esse San Paolo vede l’annuncio più convincente del Vangelo, perché è nella debolezza e nella sofferenza che emerge e si scopre la potenza di Dio che supera la nostra debolezza e la nostra sofferenza.

L’apostolo stesso si trova in una situazione di morte, che diventerà vita per i cristiani (cfr 2 Cor 4,7-12). Nell’ora della prova la fede ci illumina e, proprio nella sofferenza e nella debolezza, si rende chiaro come «noi […] non predichiamo noi stessi ma Cristo Gesù Signore». (…)
Il Cristiano sa che la sofferenza non può essere eliminata, ma può ricevere un senso, può diventare atto di amore, affidamento alle mani di Dio che non ci abbandona e, in questo modo, essere una tappa di crescita della fede e dell’amore. (…) Perfino la morte risulta illuminata e può essere vissuta come l’ultima chiamata della fede, l’ultimo “Esci dalla tua terra” (Gen 12,1), l’ultimo “Vieni!” pronunciato dal Padre, con cui ci consegniamo con la fiducia che Egli ci renderà saldi, anche nell’ultimo passo decisivo.

All’uomo che soffre, Dio non dona un ragionamento che spieghi tutto, ma offre la sua risposta nella forma di una presenza che accompagna, di una storia di bene che si unisce a ogni storia di sofferenza per aprire in essa un varco di luce. (…).
La sofferenza ci ricorda che il servizio della fede al bene comune è sempre servizio di speranza, che guarda in avanti, sapendo che solo da Dio, dal futuro che viene da Gesù risorto, può trovare fondamenta solide e durature la nostra società”.

 

Come non essere grata per queste parole di luce, donatemi da Dio attraverso due suoi grandi ministri, che squarciano le tenebre in cui ogni persona sofferente potrebbe sprofondare? E come non riconoscere la mano provvidenziale di un Padre che mai ci abbandona?

ps: ho cambiato il titolo dopo aver pubblicato perché mi son resa conto che “Papi e salute” poteva far pensare al conduttore televisivo (ma non so se c’è più in TV, io non la guardo), invece che a due Pontefici 🙂

6 pensieri su “SALUTE A TE!”

  1. Un Grazie Luisa… che ti devo da tutti i fronti…. sia perché nel leggere queste parole ci ricordi come il donare a Dio le nostre sofferenze non può altro che aprirci alla Speranza, che è tra le sue braccia e ci allevia sicuramente il nostro fardello…. sia come infermiera perché è importante per noi sanitari non dimenticarci che il nostro contatto quotidiano con le persone bisognose vada al di là della routine e il nostro lavoro deve essere svolto con professionalità e Amore.
    Un abbraccio.
    Sei sempre una perla preziosa.

    1. Tu sei l’unica infermiera che applica alla lettera (anzi, anche troppo, a volte pure gratis!) quanto detto dal Papa…
      Sono altri gli operatori – per lo meno nella nostra città – che dovrebbero leggere le parole suddette 😉

      Grazie a te, Angelo mio!

  2. Che balsamo per il cuore sono le parole dei nostri amati Papi e che Apostolo benedetto dallo Spirito Santo e’ stato San Paolo di cui amo tantissimo le Lettere, in particolare il suo Inno alla Carita’ nel quale esalta quell’Amore cristiano che tutto scusa,tutto crede,tutto spera e tutto sopporta.
    Davvero la sofferenza ci avvicina a Dio e ci fa scoprire la concretezza del nostro amore per Lui.
    Grazie… per tutto.
    Un abbraccio

    1. Grazie a te, cara Sunrise, che sempre accompagni fin dall’ALBA le mie giornate!
      Sei sempre presente, ogni giorno!
      E mi indichi la via anche a Roma (tu sai perché)! 🙂

      Ti voglio un mondo di bene e ti auguro che il Cielo – da cui proviene ogni alba, ogni mezzogiorno e ogni tramonto – ti protegga sempre!

  3. Quello che ho letto in questo blog, rispecchia appieno anche il mio pensiero e il mio modo di vedere la malattia e la morte. Certo quando sei nella prova e ti senti schiacciato dal peso di quella croce, che non avresti voluto ma devi portare, non è facile, ma se con uno sforzo pensi a Colui che ha sopportato quello che ha sopportato, fino al dono della sua vita per la nostra redenzione, allora senti che quel carico diventa più leggero e più sopportabile fino all’offerta per quanti non ce la fanno a portarlo. Ti abbraccio ciao.

    1. Grazie cugino, almeno tu – senza tante promesse vane come qualcuno fa – commenti sempre tutti i post!
      Ti voglio una pioggia di bene, come quella che sta cadendo ora (dice che è il ciclone/vortice “Penelope”) 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *