La passione è femmina

«Ma come ha fatto a morire?»
«La pestilenza».
«Non posso crederci. La peste? Non lo sapeva?»
«Sì, lo sapeva. Ma il suo desiderio superava la paura. Dopo che è uscita la prima volta non ha potuto più fermarsi. Vedeva delle cose che la rendevano felice (…) Ha visto la Pietà di Michelangelo (…) E il nuovo baldacchino di Bernini sull’altare di San Pietro. Pensa, è alto come un edificio di otto piani. E il soffitto affrescato da tuo padre. (…) L’ultima volta rimase fuori tutta la notte e camminò fino alla via Appia. C’era la luna piena. Arrivò alla cappella del Quo Vadis Domine. Mi disse che i suoi piedi avevano avvertito il calore del Suo amore. Tornando, vide un uomo morente sotto l’arco di Costantino e si inginocchiò accanto a lui per recitare il Padre Nostro e fargli il segno della croce (…) Penso che sia stato questo a ucciderla. La sua carità» (…).
Ebbi una certezza. «È questo l’effetto che dovrebbero fare le grandi opere d’arteaiutarci a vivere una vita ricca di spiritualità e a morire in pace».
La passione di Artemisia di Susan Vreeland

Ho ricevuto questo bellissimo regalo di Natale da una persona davvero importante per me, una sorella di vita. Ho sentito tanto attuali le parole di questo libro, non solo per l’inevitabile cassa di risonanza con ciò che stiamo vivendo (sarebbe scontato) ma soprattutto per il duplice messaggio sottostante che mi ha lanciato: l’ardore che viviamo per le nostre passioni – qualunque esse siano (penna, pennello, ago…) – e la difficoltà che ancora oggi, come ai tempi di Artemisia Gentileschi, la gran parte delle donne incontrano nel realizzarsi. E non sono femminista ma realista.

  • Riguardo a questo secondo aspetto, lascio a lei la parola – delicata nel narrare, come una farfalla leggiadra – e non commento, trovo tanti punti di contatto con la mia vita:

Mi resi conto, con un tuffo di disperazione, di come una donna sposata sia in una situazione di dipendenza da un altro – perfino per mangiare un boccone di pane.

Forse non ero abbastanza brava per guadagnarmi da vivere con la pittura. Forse papà mi aveva riempito di ambizioni errate. Forse stavo vivendo un sogno folle.

Mia cara,
se quell’uomo non ti ha allontanato dall’amore di Dio, e non lo ha fatto, allora l’unica cosa che tiene in vita il tuo odio per lui è il pensiero. Solo il tuo orgoglio lo tiene intatto nella tua memoria e nel tuo pennello. Dissolvi il tuo orgoglio e dissolverai il tuo odio. Non è una cosa intelligente essere ancora posseduta dall’odio generato dal dolore. Abbi cura di te, Artemisia. Può sottrarre energia da ciò che tu sai essere il tuo fine. Il fatto che ti causi angoscia significa che hai già scoperto che non è degno dei tuoi maggiori obiettivi e questo, tesoro, è l’inizio dell’umiltà. (…)
Tua in Cristo
Graziella
Claudia Tremblay
  • Per quanto riguarda il primo e più importante aspetto, Artemisia ci suggerisce queste parole:

l’arte più alta è quella che innalza lo spirito, qualunque sia il mezzo usato.

Se una persona ama qualcosa più di tutto il resto, se ritiene prezioso il lavoro del suo cuore e delle sue mani, sarebbe naturale che vi mettesse senza esitazione tutta la sua anima, pura e intera. La grande arte non esige di meno.

«Siamo stati fortunati. Abbiamo avuto la possibilità di guadagnarci da vivere con ciò che amiamo. E vivere la pittura, come abbiamo fatto noi, significa vivere la passione e l’immaginazione e l’adorazione. Tutto quello che c’è di meglio nella vita – essere più vivi degli altri».
«Più vivi di chi?»
«Di mia figlia innanzitutto. Io sento la vita con maggiore intensità di quanto non faccia lei. Ne accetto la sofferenza quanto la bellezza. Spero di morire felice di aver vissuto veramente».

È bellissimo poter coltivare le proprie passioni, difficile “campare” con esse, in pochi ci riescono: devono ritenersi fortunati, come suggerisce la protagonista al padre. E spesso, quando le due cose collimano, la passione si affievolisce e si snatura lasciando il posto alla routine e al tornaconto economico.

Per me la scrittura, a cui è strettamente collegata la lettura, è una passione costante: è un’esigenza psichica, una salvezza dell’anima e ogni parola, ogni frase che mi viene in mente riattiva quei (pochi) neuroni scrittori che mi sono rimasti: mi fa “sentire” intensamente la vera vita, aumenta la stima di me stessa e mi rende persino più amabile verso gli altri. Il fatto di aver scritto solo quattro post in un anno (e un solo libro in 10 anni) dimostra che non potrei sostentarmi con essa ma che mi sostenga… è innegabile!
Come dice magistralmente Andrea Marcolongo (sì, anche lei è femmina!) nel suo bellissimo “Alla Fonte delle parole. 99 etimologie che ci parlano di noi”:
« (…) ogni passione richiede tempo. Non è fuoco che incendia, ma fiamma che brilla di luce costante. Ci vuole pazienza (e una certa dose di fatica) per vivere appieno una passione. E tanta tenacia

Sicuramente, ciò che ci appassiona rende la vita meno piatta, ci vivifica e aiuta ad accettare la sofferenza dell’esistenza… in fondo, l’etimologia della parola ha radici nel latino passio, derivato di passus, participio passato di pati  “soffrire”.
Passione e sofferenza potrebbero sembrare due facce della stessa medaglia, non fosse altro perché, per lo meno io, senza scrivere e leggere sono in un’eterna pena.



16 pensieri su “La passione è femmina”

  1. Capisco bene la difficoltà di riuscire a campare facendo di una passione il tuo lavoro… Però, tra tante difficoltà, anche io mi sento viva e realizzata, e a volte anche felice ed orgogliosa, quando una creazione prende vita dal mio cuore e dalle mie mani…
    Grazie per la riflessione Lu💖

  2. Le passioni sono il sale della vita, stimolano, colorano l’esistenza e, aiutano ad andare avanti. Coltiviamo le passioni. Un abbraccio

  3. Penso che avere la fortuna di poter coltivare una passione e riuscire a farlo sia da considerarsi una grande fortuna. Continua così Luisa perché questo tuo fare ti da tanta forza e. tra l altro. fai bene anche agli altri perché condividi le tue emozioni e i tuoi sentimenti.

  4. Bell’articolo, che dà molti spunti di riflessione.
    Io credo che la maturità stia nel rendere la passione un ingrediente della vita, non la vita stessa. Quando si riesce a controllarla, allora diventa sostegno nella pena, maschio o femmina che sia a viverla; ci sono anche tanti uomini che vivono per una passione. Solo che la donna che vive per una passione è considerata una passionale, un’idealista, l’uomo che vive per una passione, è considerato un immaturo
    Grazie Luisa e abbi pazienza, in qualche modo, devo difendere la categoria

    Un abbraccio

  5. Grazie Lu per questo articolo…. Molte volte dimentico quanto sono fortuna… Anche se il mio lavoro non è un arte, è sicuramente la mia grande passione, mi sento pienamente realizzata, ma come hai scritto anche tu, quando le due cose collimano si rischia di entrare nella routine. Nel mio lavoro non me lo posso permettere perché, oltre che diventare pesante, rischierei di non essere più di aiuto ai miei pazienti/utenti. Se mi dovesse passare questa passione credo che sia arrivato il momento di abbandonarlo…. non sopporterei di farlo per arrivare a fine mese… Come al solito avrò sbagliato qualche verbo o qualche frase.., e come al solito, spero me lo farai passare. Sei una grande. ❤️

    1. Grazie Luisa di quello che hai scritto in questo periodo difficile abbiamo bisogno di cose belle che ci scaldano il cuore.
      Ti voglio bene

  6. La passione è un sentimento che riguarda la vita di tutti, a volte si traduce in una semplice emozione, altre in un sentimento vero e duraturo. Gli affetti della famiglia sono la colonna portante e il motore della vita di tutto il genere umano. Ogni angolo del nostro corpo è permeato di emozioni e varie passioni ma tutto è dominato dall’amore, il più forte di tutti i poteri e genesi dell’universo e della vita di ogni essere vivente.

  7. Cara Luisa, le tue parole meriterebbero ore e giorni di riflessione, ma in questo momento non posso permettermelo. Allora ti rispondo di getto. La mia passione è il mio lavoro, che svolgo da ben 40 anni con lo stesso entusiasmo del primo giorno, anzi di più. Come sai insegno in una scuola dell’infanzia e da tre anni ho la fortuna di lavorare con i più deboli, sull’intercultura. È una esperienza affascinante, piena di emozioni e sentimenti. Ancora riesco a commuovermi e piangere come ho fatto oggi non per un minimo traguardo . cognitivo, ma soprattutto per ogni traguardo umano. Loro sono “speciali”, il mio lavoro è unico. Sono molto fortunata .
    Non ricordo se parlavi anche di sogni. Ne avevo tanti. Ora cerco di vivere un giorno alla volta con quello che mi può donare. Non faccio progetti. Sopravvivo? Forse, il privato è faticoso. Molto. Scusa se sono andata fuori tema. Sono un fiume in piena, ma mi mancano le forze. Ti voglio tanto bene

  8. Tenacia passione pazienza sofferenza fatica salvezza esigenza salvezza : tanti spunti, tante verità, tante realtà, tante donne,tante….noi

  9. La routine ci offre più passioni che passione, in questo particolare momento, soprattutto.
    Dobbiamo tenere duro e fare in modo di trovare le energie giuste, traendole dalle cose che ci appassionano, in modo tale che le altre ci appaiano meno gravose. E una donna è piena di risorse. Coraggio!

  10. Vivere la propria passione, con la mente o con le mani, per professione o per diletto, per un uomo o una donna, è ciò che ci fa sentire vivi.
    È dare il proprio contributo originale al mondo.
    Ci dà una ragione per essere contenti di noi stessi, per affrontare, a volte sopportare, le vicissitudini dell’esistenza.
    E quando manca, non ce n’è, non è più vita.
    È sopravvivenza. Ed è così poco che non sempre basta.

  11. Io e te abbiamo parlato tante volte di questi saspetti: ci siamo confrontate, ci siamo confortate e ci siamo sostenute.
    Non c’è niente di più vero di quello che hai scritto e di quello che Artemisia esprime magistralmente con le sue parole.
    Condivido personalmente a pieno soprattutto:”Vivere la pittura (..), significa vivere la passione e l’immaginazione e l’adorazione. Tutto quello che c’è di meglio nella vita – essere più vivi degli altri”.

    Sì, io lo credo e lo sento fino in fondo, magari non sarò più ricca di altri ma sicuramente sono più viva di altri. E questo lo devo sicuramente alla pittura, a tutte quelle emozioni che mi fa assaporare quando progetto e quando dipingo….non solo per me ma soprattutto per gli altri.

    Grazie Luisa per queste belle parole che mi confermano nuovamente che bisogna sempre andare avanti nonostante tutto..Perché ciò che ci muove e che ci rende vive è prima di tutto la passione.
    Tvb

  12. [21:39, 24/1/2021] anna: ho letto ora, condivido ogni singola parola, credo che avere una passione sia un dono, più ancora che avere talento…. il talento puoi ignorarlo, la passione invece è ciò che ci rende vivi
    [21:41, 24/1/2021] anna: la passione ti travolge, anche se a volte noi pensiamo di poterla trascurare, lei trae ancora più forza dai nostri tentativi di svicolare
    [21:41, 24/1/2021] anna: aggrappiamoci alle nostre passioni Luisa, ora più che mai, e sempre.

  13. Come al. solito le tue parole vanno dritte al bersaglio. La tua scrittura è davvero unica, sai esprimere con passione, emozione quello che pensi. Le tue parole non arrivano mai distaccate, fredde, ma sono capaci di mettere ognuno di noi di fronte alla chiarezza e lucidità di aspetti profondi che riguardano la nostra umanità. Grazie per questi spazi di autentica riflessione che riesci a regalarci con la leggiadria di una farfalla.
    Un abbraccio

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